A RITA
Signore, stasera lassù
accendi un’altra stella,
che brilli di luce propria
sia sfavillante e bella,
così che da quaggiù
la si possa ammirare,
e nel suo splendore
la nostra Rita ricordare.
Che oggi hai chiamato a Te
Signore benedetto,
là dove accogli i Santi
ed ogni figlio prediletto,
là dove stuoli di angeli
con acrobatici voli,
inseguono arcobaleni
e scenari multicolori.
Là dove oggi brilla
la nostra stella migliore,
cullata dai venti siderali
che è il respiro tuo Signore,
là dove per ogni nuovo arrivo
Tu accendi un lumicino,
in noi accendi la speranza
di aver ancor vicino.
La nostra cara Rita
con Riccardo sul sentiero
e noi di Speleotrekking
che ancor non ci par vero,
d’aver perso Rita
ch’era sorella e mamma,
col garbo e quel sorriso
che di ricordi infiamma.
Noi siam solo uomini
Signore onnipotente,
e ad ogni tua chiamata
dobbiamo dir presente,
conforta il nostro dolore
che ormai ci rende esausti,
e concedi alla nostra Rita
il sonno pio dei giusti.
Lorenzo Martina (30 Aprile 2016)
ALL'ULIVO
Liquida luce dorata
distilli goccia a goccia
a me che trasognata
miro le verdi foglie tue
volgersi in bagliori argentati
e le radici forti
così fuse alla roccia
che par che l’unità
sia riflesso di te
e con te nata.
Il mare in lontananza
rappreso là nel cielo
accentua il tuo bagliore
sì che si serran gli occhi
per il troppo splendore.
Il tuo silenzio parla
d’infinita pazienza,
di un’antica memoria
radicata nel tempo
di secolare storia.
Racconta leggenda
che il legno tuo
non volesti prestare
a chi strumento di crocifissione
ne voleva fare,
e così ti piegasti
riannodando entro te
tutto l’orrore
per simile mercé.
Ancor oggi mi turba
udire il tuo lamento
sommessamente vibrar
nel mio cuore e nel vento,
sì che dal profondo di me
io ti voglio abbracciare
e fondermi dentro te,
nella tua stessa essenza,
tu simbolo della mia terra
così forte e scontrosa
nella sua susssistenza.
IL PONTE DELLA FRATELLANZA
ARMONIOSA SPUNTA L’ALBA
IN QUESTA AGORÁ
CHE SI APRE PRIMA DELLE MURA DI OTRANTO.
IL VECCHIO SAGGIO IDROFORO
SOLLEVA LA SUA ANFORA
CONTENENTE
L’ACQUA DELL’ADRIATICO
MENTRE IL BIANCO LEONE
CHIAMA A RACCOLTA
DAME E CAVALIERI
CHE UNITI IN DRAPPELLO
ED IN PUNTA DI PIEDI
PER NON RECAR DISTURBO
AL SONNO
DEI NOSTRI AVI
PERCORRERANNO LA VIA
CHE DA
OTRANTO
ARRIVA
A GALLIPOLI.
NEL LUNGO CAMMINO
NASCE SPONTANEO
IL FIORE DELLA FRATELLANZA
CHE INFOLTISCE
LE FILE DEL DRAPPELLO
GIA DA SEMPRE PRONTO
A DISSETAR
I POPOLANI
ASSETATI DI CONOSCENZA.
OR CHE GIUNTI SONO
ALLA FINE DEL CAMMINO
IL VECCHIO SAGGIO IDROFORO
CON GARBO E MAESTRIA
PASSA L’ANFORA
AI GIOVANI IDROFORI
CHE SOTTO
L’ATTENTA GUIDA
DEL VECCHIO SAGGIO
E
DEL BIANCO LEONE
CREANO CON SAPIENZA
TRA L’ADRIATICO E LO JONIO
UN MAESTOSO PONTE
DI
PACE E FRATELLANZA.
Poesia di LEON (Aprile 2016)
Preghiera dell’Escursionista
Signore onnipotente
e di bontà infinita,
Tu che governi il tempo
e sei padrone della vita,
noi siamo escursionisti
in cammino sul sentiero,
guida i nostri passi
proteggici dal cielo..
quando ci inoltreremo
per antri e selve oscure,
scaccia da noi Signore
le ansie e le paure:
Fa si, che il sentiero
sia di fede e luce infinita,
di etica escursionistica
nello sport e nella vita.
Noi uomini di fede
confidiamo in Te Signore,
proteggi le nostre famiglie,
alle gambe dai vigore,
aiutaci a custodire
la natura e il territorio,
da chi deturpa o inquina
con arroganza o dolo.
E se un giorno, Signore
ci chiamerai in cielo,
sappi che il giorno prima
eravamo sul sentiero
a far grandi escursioni
con Speleotrekkingsalento,
su e giù per la natura
sfidando pioggia e vento:
per questo, oh! Signore
se ci vorrai in paradiso,
dacci ampi prati verdi
e alla morte faremo buon viso,
purchè anche lassù
ci sia da camminare
e con etica escursionistica
l’aldilà poter esplorare.
Poesia di Lorenzo Martina (Dicembre 2015)
LECCE
Tornare ancora
come ogni giorno
a festeggiar colori
che nel tripudio
della tua pietra dorata
ti cingono
come fiori d’un giardino sempre nuovo,
mentre rispecchi il cielo
e il cielo ti riverbera,
sontuosamente
assisa tra i mari
che riversano verso l’alto
il loro cobalto,
gli spazi, rovesciando
le prospettive e i sensi.
E tu
nascosta trattieni
la tua sensualità
nei viottoli
dov’ancora antichi calpestii
risuonano
sulle dure “chianche”,
dai passi levigate
nel tempo.
Ti ha sfiorata appena
la modernità
mentre rinasci sempre uguale
ma ogni volta diversa
giorno dopo giorno.
Trionfo
d’arabescate forme
e ornamenti sinuosi,
profondità di geometrie
aranciate
dal sole…al tramonto.
E gli archi della piazza
riecheggiano
suoni d’antiche,
dimenticate gesta
e noi passiamo,
dall’immemore presente
alienati,
vivendoti mentre…moriamo.
Ma tu resti,
stagioni spossessando
e gli anni e i secoli
a rammentar la storia;
dura come la tua persistenza,
morbida come la tua pietra,
luminosa come i meriggi
accesi sulle tue case,
sfuggente come i vicoli
che s’affossano rapidi
nelle tue chiuse corti,
mentre cristalli accendi
sui frattali dorati del barocco
e riposi
languidamente scontrosa
come su un sofà…
nella tua aura di vento e di sole.
Poesia di Bruna Caroli (novembre 2015)
Quannu lu ientu scotula l’aulie
Quannu lu ientu scotula l’aulie,
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